Il fascino intramontabile del Cappotto

Il Cappotto è una di quelle cose che non dovrebbe mancare nell’armadio di nessuno – ma proprio nessuno!

Se sei proprio una di quelle persone, in questo articolo ti spiego perché dovresti averne almeno uno, e soprattutto perché dovrebbe essere sartoriale.

È in assoluto il capo d’abbigliamento che preferisco, per la sua utilità e possibilità di essere sfruttato a lungo; ed è anche quello che amo più di tutti confezionare!

Se fatto con cura e attenzione ai dettagli, il risultato sarà sbalorditivo!

Nelle prossime righe ti parlerò di tutto questo, ma prima qualche cenno storico su questo capo che ha segnato epoche e stagioni della moda.

La storia del Cappotto

Il cappotto affonda le sue origini nella Francia del 1700.

L’antenato del soprabito che indossiamo oggi è la Marsina, un indumento maschile che assomiglia ad un frac, ricco di merletti e decorazioni.

Successivamente, iniziano a fare capolino nei guardaroba delle persone facoltose alcune rivisitazioni più semplici della marsina, come ad esempio la Redingote e il Carrick.

Nell’800 una di queste diventa molto apprezzata e di moda: si chiama Cappotto Raglan. Vi suona familiare? Non a caso, il modello aveva proprio la tipica manica raglan.

Ma è solo durante la Prima Guerra Mondiale che ci avviciniamo molto allo stile dei cappotti odierni: gli ufficiali indossano il modello British Worm, lunghezza sotto al ginocchio, ampio rever, mono o doppio petto. Questo taglio viene molto apprezzato anche dai civili, e dopo la guerra si diffonde negli armadi dei comuni cittadini, in tessuti più nobili come il cachemire (soprattutto colore cammello!).

Nel 1818 viene fondata la Brooks Brothers e il modello inglese viene importato a New York; il taglio classico e sobrio del cappotto rimarrà sulla cresta dell’onda per lungo tempo, arrivando fino ai nostri giorni.

Una piccola curiosità sul modello Montgomery: questo tipo di cappotto prende il nome dal generale omonimo che usava indossarlo in guerra. Diventa così popolare che ne vengono prodotti tantissimi per gli altri ufficiali e militari.

Terminata la guerra, ne rimasero molte eccedenze che vennero regalate ai civili, diffondendosi tra tutti i comuni cittadini. Nella Francia degli anni ’60 è particolarmente amato da universitari ed intellettuali, tanto da diventare addirittura un simbolo anticonformista!

Perché dovremmo tuttǝ avere (almeno!) un cappotto nell’armadio

“Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro, come un cappotto di cachemire (e un paio di occhiali neri).” Coco Chanel

Un guardaroba senza cappotto, è come un hamburger senza patatine : incompleto!

Sto cercando di spiegarlo da anni al mio compagno Giovanni, che puntualmente in certe situazioni non sa cosa mettere e io gli rispondo ogni volta “Vedi? Se avessi un cappotto, non avresti questo problema!”

Ho individuato 5 validi motivi per averne uno (sartoriale su misura!) nel tuo armadio:

1) Il Cappotto è elegante

Tutte e tutti si gireranno a guardarti e rimarranno a bocca aperta. Un capo bello e ben fatto si riconosce a occhi chiusi!

2) Il Cappotto su misura è unico

Vuoi mettere la soddisfazione di rispondere ai complimenti dicendo: “Grazie! È personalizzato e fatto su misura per me, non l’ho comprato in negozio!”

3) Il Cappotto è versatile

Che sia andare in ufficio, fare una passeggiata in centro o una cena al ristorante, con un cappotto puoi permetterti di non pensare. Non si sbaglia mai!

4) Il Cappotto è comodo

È un capo leggero, poco ingombrante e… caldo!

5) Il Cappotto sartoriale ti durerà per tutta la vita

Altroché diamanti… un cappotto sartoriale, realizzato con un tessuto di qualità, è davvero “per sempre” – e darà molta più soddisfazione!

Il modello Sara: il primo cappotto dell’Atelier di Chiara!

Sara è stato il primo cappotto che ho realizzato, e l’ho cucito su misura per me!

Volevo un capo-base, da abbinare a tutti gli altri vestiti nell’armadio, che si adattasse ad occasioni differenti, elegante ma anche informale.

Ho quindi optato per un taglio classico, dritto, maschile, con il tipico rever e l’abbottonatura centrale. La lunghezza a metà polpaccio mi permette di indossarlo con qualunque scarpa (skeakers, stivaletto, stivale molto alto, scarpa col tacco,…) e anche con abiti, gonne e pantaloni di ogni tipologia.

Proprio perché volevo un capo-base molto classico, ho deciso di utilizzare un tessuto in cachemire non lavorato (leggermente peloso) color cammello. Per renderlo un po’ più particolare e originale, mi sono sbizzarrita con i bottoni: ho utilizzato dei bottoni in legno dipinto, tutti diversi!

Dopo aver fatto la consulenza di armocromia con la mia collaboratrice Delia Zamfir (clicca qui per saperne di più sulla nostra collaborazione!), per fortuna ho scoperto che il cammello apparteneva al guardaroba base della mia palette Autunno Profondo!

Se questo colore non vi piace o non vi valorizza appieno, anche il nero è una valida alternativa!

Con l’avanzo del tessuto, ho anche realizzato una minigonna coordinata: taglio dritto e pulito, con cuciture verticali per allungare la figura. La particolarità? Non si vede, ma c’è! L’ho interamente foderata con una tecnica particolare, che lascia le cuciture interne perfettamente rifinite con un sottile bordino di tessuto! Se con questa tecnica si utilizza una fodera a contrasto, il risultato è assolutamente meraviglioso!

“Il diavolo si nasconde nei dettagli…”

…ma se i dettagli sono perfetti, credo che Lucifero dovrà lasciare spazio a suo padre!

Sono questi a fare la differenza tra un capo industriale e un capo sartoriale. Di che cosa sto parlando? Di quelle piccole cose che non si notano subito. Ci vuole qualche secondo – e un po’ di spirito di osservazione! – per accorgersene, ma quando ci si fa l’abitudine è difficile tornare indietro.

Una tasca rifinita alla perfezione, un’asola fatta a mano, un orlo invisibile, la fantasia a scacchi che coincide,… sembrano inutili, ma fanno totalmente la differenza tra un capo sciatto e un capo favoloso!

Come amo indossare il mio cappotto Sara!

Per un look da tutti i giorni, con jeans e sneakers.

Per un look vintage, con gonna lunga e maglioncino.

Per un look aggressivo, con minigonna coordinata e blusa animalier.

Per un look vedo-non-vedo, con minigonna coordinata e top nero in pizzo semitrasparente.

Per un look sbarazzino, con un miniabito e calze decorate.

Per un look da Mamma Natale (il mio preferito!), con abito in tartan e basco rosso!

Altri modelli realizzati su misura in atelier

Ecco qui una gallery di cappotti su misura personalizzati, realizzati per le clienti dell’Atelier di Chiara.

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